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Pollo e coniglio

“Mamma guarda, un pollo!” gridava un bambino in una nota pubblicità del secolo scorso. Questa emozione era la stessa che provavo io da piccola quando mio nonno Gigi portava il pollo al forno con le patate su un monumentale piatto di portata: stupefatta e felice.

Il gallo e le galline sono esseri molto sfortunati visto che vengono mangiati praticamente da ogni popolo di ogni religione. Gli antichi romani apprezzavano, come cita Apicio nel suo libro di cucina, il pollo cotto in vari modi. Anche i romani del Novecento lo adoravano: simbolo del pasto domenicale e delle feste principali, cotto intero al forno o a pezzi.
Trilussa ne fece un sonetto che riletto attentamente è di una attualità incredibile:

La Statistica

Sai ched’è la statistica? È na’ cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perch’è c’è un antro che ne magna due.
Er compagno scompagno:
Io che conosco bene l’idee tue
so’ certo che quer pollo che te magni,
se vengo giù, sarà diviso in due:
mezzo a te, mezzo a me… Semo compagni.
No, no – rispose er Gatto senza core –
io non divido gnente co’ nessuno:
fo er socialista quanno sto a diggiuno,
ma quanno magno so’ conservatore.

Mitico è anche il documentario del 1967 in cui Sora Lella spiega come cucinare il pollo alla romana e il pollo con i peperoni maneggiando una mannaia di proporzioni epiche.

Discorso diverso va fatto per il coniglio. Le uniche ricette che Gaquinto cita sono il coniglio alla cacciatora e il coniglio alla romana. Oggi il consumo di questo alimento è decisamente calato.

Le ricette che riporto sono unicamente quelle della mia famiglia.