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Ciambelloni e torte

Ogni pasticcere che si rispetti vi dirà sempre che per fare dei buoni dolci bisogna rispettare religiosamente le dosi. La pasticceria è pura chimica e spesso basta invertire/modificare/dimenticare un ingrediente e il risultato è disastroso. Questo è vero soprattutto per gli impasti lievitati e le torte classiche.
Ma spesso la saggezza popolare e l’esperienza delle nostre nonne ci fanno dimenticare questo consiglio.

Io ricordo la mia nonna nordica e mai una volta le ho visto rispettare una ricetta (salvo qualche volta impiastricciare il “Cucchiaio d’Argento” con le dita sporche di impasto): tutta infarinata e scarmigliata sembrava uno scienziato pazzo alla Einstein. Le sue torte però erano sempre buonissime!
Il mio consiglio generale è quello di mantenersi sempre più vicino possibile alle dosi consigliate, ma la fantasia va coltivata sempre: provare, sperimentare e si avranno delle grosse soddisfazioni!

Roma non è famosa in Italia, e tantomeno nel mondo, per le sue torte. Ha poche ricette e i piatti tipici sono pochi e scarsamente zuccherini. Io ovviamente li trovo deliziosi perché associo ad ognuno di loro un ricordo.
Per questo tutte le ricette, tranne qualche inclusione della tradizione romana ed ebraica romanesca, sono di famiglia.

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